Tales of the Abyss – La Recensione

Tales of the Abyss – La Recensione

Con Tales of the Abyss, il genere J-RPG sbarca su Nintendo 3Ds, purtroppo non nel migliore dei modi: stiamo parlando infatti di un porting Ps2 (l’originale non è mai uscito in Europa), con meccaniche datate e con un supporto al 3D inesistente quanto inutile ai fini del puro gameplay. Una buona trama e numerose attività extra come la possibilità di cucinare pietanze o i “titoli” da sbloccare,legati ai vari personaggi, vanno ad arricchire il tutto, compensando un sistema di combattimento divertente ma spesso monotono. La mancata localizzazione rende ancora più di nicchia un gioco adatto unicamente a chi, fan della serie, se lo perse all’epoca, o ai folli amanti del genere in astinenza da RPG in versione portatile.

Lo ameranno: i fan sfegatati della serie “Tales Of”
Lo odieranno: i fan del genere J-RPG più oltranzisti
E’ simile a: Serie “Tales Of”

Titolo: Tales of the Abyss
Piattaforma: Nintendo 3Ds
Sviluppatore: Namco Tales Studio
Publisher: Namco Bandai
Giocatori: 1
Online & Extra: Assente
Lingua: Inglese (Testi e Parlato)

Uscito nel 2005 in Giappone e successivamente in America, Tales of The Abyss faceva parte del cospicuo numero di titoli mai giunti sugli scaffali europei, un grave trend che fortunatamente si è, in alcuni casi, perfino ribaltato (come per esempio nel caso dello splendido XenoBlade Chronicles per Wii, fino a qualche giorno fa senza una data di uscita americana) e drasticamente ridotto. Forte di un nuovo hardware, Namco Tales Studio ci riporta ad Auldrant, martoriato dalla lotta per la conquista né di terre, né di ricchezze, bensì della possibilità di conoscere il futuro. Il viziatissimo Luke dovrà impedire questa folle guerra con l’aiuto dei suoi compagni. Riuscirà a sopportare l’orrore che solo l’uomo è in grado di generare?

Mors Tua, Vita Mea

STORYBOARD

Luke, il nostro protagonista...

In Tales of Abyss, giocheremo nei panni di Luke Fon Fabre, giovane rampollo del regno di Kimlasca,il quale passerà dall’agio della corte e ai duelli teorici alla dura vita fuori dal castello, fatta di morte di innocenti animali fino a quella di uomini, privati del proprio futuro, un qualcosa di inevitabile per la propria sopravvivenza. Molti condottieri saranno al suo fianco, ognuno con un’intricata storia personale e segreti da nascondere, che verranno man mano svelati durante lo svolgere della lunga trama. Una trama multiforme ed interessante, che però potrà essere goduta a pieno unicamente da chi possiede una buona conoscenza dell’Inglese: manca infatti la localizzazione delle lingue europee, Italiano incluso. Se è vero che nel nostro paese sono pochissimi ad avere padronanza dell’Inglese, è anche vero che per l’unico RPG presente al momento sul mercato 3DS, già di per sé estremamente di nicchia, uno sforzo in più poteva essere fatto, soprattutto perché stiamo parlando di un remake. Per chi non ha problemi con la lingua d’Albione, gli intrighi e le battaglie tra il regno di Kimlasca e quello di Malkuth e l’addestramento negli artes e nei fonon saranno interessanti da vivere e seguire.

GAMEPLAY

...e Tear, la misteriosa "fonista" che incontreremo all'inizio della nostra avventura!

Tales of The Abyss è un Gioco Di Ruolo con combattimenti in tempo reale, casuali ma non troppo, nel senso che i nemici sono visibili ed evitabili nel mondo di gioco, ma appariranno casualmente, molte volte senza darci il tempo materiale per fuggire. Una volta nella schermata di battaglia avremo il comando unicamente su Luke, il protagonista, con il quale potremo attaccare con il tasto A, usare gli Artes (attacchi speciali che consumano punti TP) con B, parare con X al momento giusto e utilizzare un menù durante la battaglia con Y, mentre al tasto dorsale destro è affidata la possibilità di spostare la mira su di un altro nemico, nel caso di battaglie affollate e a quello sinistro, nella schermata di Pausa, sarà possibile impostare una strategia difensiva oppure offensiva a seconda della situazione.

I combattimenti saranno veloci e diretti ma spesso ripetitivi...

I restanti membri del team verranno guidati dall’IA, fin troppo brava a curarci o a difenderci mentre ci terremmo lontani dagli avversari durante i momenti critici. Gli Artes da usare saranno molti,tutti associabili a short-cut formate dal tasto B premuto insieme al pad direzionale, ma saranno l’unica vera particolarità in combattimenti spesso monotoni e ripetitivi. Morire è praticamente impossibile, e anche nel caso in cui dovesse accadere al vostro unico personaggio giocabile, lo scontro continuerà, costringendovi ad attenderne la fine dello scontro per tornare all’azione. A tener viva la nostra attenzione ci penseranno, oltre alla pregevole trama di cui ho già parlato, mini-giochi di vario tipo, fasi di esplorazione (minate però da mappe molto contenute ma ricche di bivi che condurranno a tesori e quant’altro), numerosi Artes da apprendere e le Ricette, che ci permetteranno di cucinare manicaretti in grado di rimetterci in sesto. Nulla da far gridare al miracolo comunque, stiamo pur sempre parlando di un gioco risalente al 2005, 6 lunghi anni che fanno sentire ancora più goffe le meccaniche di gioco, riadattate al nuovo hardware senza però, misteriosamente, sfruttare le potenzialità del touch screen, rilegandolo a schermo di scorta e permettendo unicamente di aprire il Menù (se proprio non volessimo scomodarci premendo il tasto Y).

GRAPHICS & SOUNDS

La splendida grafica in stile anime non invecchia mai, e l’hardware 3DS non fa altro che mettere in risalto l’atmosfera sognante delle ambientazioni, la caratterizzazione dei personaggi e i colori dipinti sul nostro piccolo schermo. I cali di frame-rate della World Map che affliggevano l’originale su PS2 sono fortunatamente spariti, donandoci un mondo vasto e fluidissimo, così come gli scontri e le fantastiche cut-scene, veri e propri cortometraggi animati da gustare. L’unica grande pecca è la totale mancanza di supporto al 3D, abbastanza strano data la natura del remake stesso: i dialoghi in sovrimpressione e qualche roccia ci ricorderanno di aver lasciato accesa la visualizzazione in 3D, mostrandosi piacevole per i primi minuti ma pressoché inutile ai fini del Gameplay.
Splendide le musiche che ci accompagneranno durante tutto il gioco, così come il doppiaggio, con ogni personaggio dotato di una sua personalità, slang e intonazione.

La grafica sfrutta a pieno l'hardware 3Ds, forte del particolare stile grafico di stampo "Anime"

IN CONCLUSIONE…

Per tutti coloro che rientrano nelle categorie “Amanti dei GDR” e “Possessori di Nintendo 3DS”, dovrete aspettare ancora un po’ per soddisfare a pieno la vostra sete di mondi incantati, profondi sistemi di combattimento e sub-quest. Se riproporre Tales of The Abyss in Europa dopo 6 anni dall’uscita nipponica e quella americana può essere un’occasione per gli amanti europei della serie che se lo sono inevitabilmente perso all’epoca, risulterà datato e a tratti stantio per l’attuale mercato ruolistico, sempre più occidentalizzato, essendo ormai gran parte dei J-RPG relegati al semplice diletto dei fan più oltranzisti e nulla più. Piacevole a tratti ma non per l’intera durata del gioco, piacerà a chi ha sete di giochi di ruolo, conosce l’Inglese e vuole gustare una lunga avventura sul suo 3Ds, mentre chi si sente escluso da queste categorie può tranquillamente guardare altrove.

[hr]

SECONDO PARERE

by Giovanni “Dix@n” Tomaselli

Tales of the Abyss è stata decisamente una bella sorpresa; un gameplay fresco nonostante gli anni che porta sulle spalle, una grafica godibile e pulita, minata soltanto da un farlocco supporto 3D, una storia ben congegnata sia per quel che riguarda la main quest che la caratterizzazione dei millemila comprimari che ci affiancheranno durante il gioco, donano al Nintendo 3Ds un J-Rpg classico ed accattivante che non mancherà di fare proseliti, vista anche la scarsezza di questi titoli sulla neonata console Nintendo.
Le locations e il bestiario che incontreremo durante il nostro peregrinare ci guidano lentamente, forse a volte troppo, nei risvolti narrativi di una trama appassionante ma, ahinoi, narrata esclusivamente in inglese. Questa, unitamente ad altre scelte, come il mancato supporto 3D e per il touch pad, dimostrano purtroppo una grave pigrizia da parte dei programmatori che, sembrano voler spremere fino in fondo questa gallina dalle uova d’oro senza mettere minimamente mano al codice (eccezion fatta per una ottimizzazione del frame rate) o senza preoccuparsi minimamente di rendere utilizzabile il gioco a chi, e ce ne sono molti in Italia, non ha confidenza con l’inglese.
In definitiva, un gioco appassionante e ben congegnato che, a causa però di una maldestra serie di scelte di marketing, non ha la forza di imporsi come Killer application o, per lo meno, come prodotto di massa.

Traduttore e blogger freelance, adora (s)parlare di videogiochi e musica spaccatimpani tutto il dì. Quando può suona, gioca e legge, di tutto, anche le etichette degli shampoo. Terrore dei recensori e abbassatore di voti seriale, ha brillantemente sostituito le fatture ai suoi amati boss di Dark Souls, respingendo con caparbia ossessione e gioco di scudi qualsiasi backstab della vita sociale.

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