From Dust – La Recensione

From Dust – La Recensione

Finalmente dopo molte aspettative da parte dei gamers, la cara Ubisoft ha rilasciato in formato digitale il god-game From Dust.

Si tratta di un titolo molto originale, in cui il giocatore veste i panni dell’Anelito, ovvero una sorta di spirito-divinità, in un mondo primitivo e selvaggio.

Le ambientazioni, caratterizzate da una grafica spettacolare e accattivante, spaziano da deserti inesplorati a rigogliose foreste circondate da oceani infiniti. In questo ambiente inospitale vive una tribù indigena che cerca di sopravvivere agli elementi, fino ad arrivare a dominarli.
L’Anelito non può interagire con la popolazione, essendo che il suo compito è ben più imponente: il giocatore dovrà creare e modellare la terra, l’acqua, la lava dei vulcani e la vegetazione, per salvare le tribù da ondate di tzunami, fiumi di magma e alluvioni devastanti.
Il gioco si presenta con una veste grafica mozzafiato, nel vero senso della parola: mentre il giocatore scopre e prepara i poteri per fermare l’acqua, distruggere la materia, essiccare i fiumi e creare montagne, l’ambiente si modifica in continuazione davanti ai nostri occhi, e l’arrivo improvviso di uno tzunami capace di coprire l’intero schermo all’orizzonte, ci darà la sensazione di impotenza di fronte alla forza devastante della natura incontaminata e furiosa.

From DustL’obiettivo di ogni livello è far sì che gli indigeni colonizzino dei villaggi posti attorno a tutti i totem presenti nello schema, così da permettergli di proseguire il loro viaggio verso un portale che li condurrà al livello successivo.

Man mano che il gioco prosegue, verranno sbloccate nuove sfide: il gioco ci porrà di fronte a varie situazioni da risolvere nel minor tempo possibile, come per esempio salvare un villaggio da un incendio divampante o permettere la migrazione di una tribù attraverso delle cascate intermittenti che minacciano di spazzarli via.
Il gioco nel complesso è divertente, presenta una curva di difficoltà crescente, e certe sfide saranno da superare sul filo dei secondi. La grafica, come già detto, è spettacolare, non a livello di effetti grafici in stile Frostbite 2, bensì nella pulizia e chiarezza dei dettagli ambientali.La longevità non è estrema, si parla di qualche ora di gioco, ma la presenza di sfide e obbiettivi lo rendono molto rigiocabile. Come in molti altri giochi del genere sono presenti vari collezionabili come le memorie della tribù, ottenibili tramite pietre magiche o riempiendo di vegetazione l’intero livello di gioco.

Insomma, un gioco dall’ambientazione colossale, per un divertimento innovativo e consigliatissimo.
Ora torno a creare vulcani, i miei indigeni non saranno contenti! 🙂

Amante del retrogaming, ma adattato ai tempi moderni senza grosse fatiche, si destreggia tra una miriade di console, sperando in nuovi Survival Horror che gli diano ancora qualche emozione. Al momento in una stasi psichica dovuta all'arrivo della nextgen.

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